Le realtà produttive della Val di Fassa e della Val di Fiemme sono veramente molte e soprattutto variegate: oltre allo speck c’è di più !
Pioniere dell’idea che una grande impresa potesse avere sede anche in montagna, fu Valentino Felicetti, che rilevando uno stabilimento adibito a fabbrica di fiammiferi, decise di iniziare a produrre pasta, non ai piedi del Vesuvio, come sarebbe più naturale pensare, bensì ai piedi del Latemar.
A volte, quando si racconta la storia di successo di un’azienda, soprattutto se a conduzione di un’unica famiglia, occorre far cenno alle intuizioni e alle scelte strategiche del fondatore di cui poi godono le generazioni successive. Non è così per il pastificio Felicetti: ogni generazione ha, con passione,contribuito a far diventare Felicetti l’industria di successo che è oggi, apportato grandi idee e prendendo decisioni coraggiose, che, solo il senno di poi, avrebbe poi rivelato vincenti. Una di queste intuizioni è stata la scelta, avvenuta nei primi del duemila, di produrre pasta monovarietà.
Riccardo Felicetti, nipote di Valentino, attualmente Ceo del Pastificio, ci spiega l’ardita impresa di produrre pasta di un solo tipo di grano totalmente made in Italy:” L’idea è stata ispirata dalla grappa, ovvero così come i distillatori, da qualche anno, hanno iniziato a selezionare le vinacce e a produrre grappe monovarietali (come ad esempio quelle di pinot o di amarone), così il pastificio ha iniziato a selezionare le qualità di grano.” Dando una breve occhiata al sito (http://www.monogranofelicetti.it/) , le similitudini con il mondo enologico non terminano qui: i quattro tipi di grano, finora, scelti per le produzioni monovarietali ,ovvero il Farro, Il Kamut, il Matt e il Cappelli, sono descritti come se un sommelier ci consigliasse quale vino scegliere, decantandone le note aromatiche. In un certo senso è proprio così. Felicetti offre la possibilità di scegliere, proprio come un vino, il tipo di pasta; diversa per colore, sapore e consistenza, non solo per formato, ognuna, con le proprie caratteristiche, è adatta a diversi tipi di ricette e abbinamenti.
Un’altra qualità del marchio Felicetti è il giusto mix fra il legame strettissimo con il territorio fiemmese, e la capacità di guardare oltre l’orizzonte delle montagne e valorizzare, anche altre regioni italiane. Dimostrazione di ciò è la filiera delle Monograno: il Farro proviene unicamente dall’Umbria, il Matt proviene dalla Puglia e il Cappelli, l’ultimo arrivato in casa Felicetti, proviene dalla Murgia. Il grano viene raccolto e macinato il medesimo giorno presso mulini locali e poi tramite mezzi di trasporto Felicetti giunge a Predazzo dove, dopo esser esaminato, viene impastato con acqua pura che sgorga dal Latemar per dar vita a tutti i formati di pasta. Ecco il motivo per cui la produzione non può, in alcun modo, essere delocalizzata. La Valle di Fiemme è parte integrante della pasta Felicetti proprio per l’ acqua e l’aria che contribuisce ad essiccare la pasta. Riccardo Felicetti, in merito, ci spiega che lo stabilimento produttivo di Predazzo è, attualmente, al massimo della sua capacità produttiva e per eventuali prospettive di ampliamento, il desiderio sarebbe proprio quello di trovare nuovi spazi a Predazzo.”
Nuovi obiettivi, quindi, si sono poste le menti vulcaniche dei Felicetti: “ Stiamo attuando degli studi su nuovi tipi di farine, andando a riprendere antiche varietà di grano, con uno sguardo a tutta l’area del Mediterraneo” afferma Riccardo Felicetti, “Occorre però, prima, sperimentarne anche il gusto che poi avrà la pasta e quindi non è un iter rapidissimo”.
Un’operazione, quest’ultima, che potrebbe essere denominata, quasi, archeologia gastronomica, non dimenticando, però, il Sapore, che deve essere comunque moderno e attuale.
La distribuzione della Pasta fiemmese è poi anch’essa frutto di precise scelte di target: “la monograno, non viene distribuita dalla GDO ma è possibile acquistarla in negozi specializzati o biologici”. Piccole realtà commerciali, oltre l’e-commerce Felicetti, sono quindi il canale prediletto per valorizzare la qualità del prodotto. Questa scelta si rispecchia anche nelle iniziative di marketing. La promozione non viene affidata a canali televisivi o ad altri mass media ma sono blogger e chef, che ben conoscono le potenzialità del prodotto, a studiare ricette e ad offrire spunti al consumatore per utilizzare al meglio le varietà monograno.
Infine chiediamo a Riccardo Felicetti quali siano i prossimi obiettivi per l’export. “Non siamo alla spasmodica ricerca di nuovi mercati che, comunque, non trascuriamo. Vorremmo però curare al meglio e potenziare tutti i nostri partner all’estero che sono di entità molto varia: si rivolge a noi sia il piccolo negoziante, sia il ristoratore, sia l’importatore. Si tratta di una realtà molto eterogenea.”risponde il Ceo.
Ringraziamo Riccardo Felicetti per il tempo concessoci e la disponibilità.
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