Tutta la storia ed i prodotti di punta della cantina Endrizzi

La terza tappa nel mondo del vino Trentino ci porta nel cuore della Piana Rotaliana per conoscere una delle famiglie storiche del mondo enologico nostrano: la famiglia Endrici o “ Endrizzi” denominazione dialettale.

La Cantina Endrizzi ha una tradizione antica che risale al 1885. Quando erano ancora gli Asburgo a governare il Trentino, e Don era un minuscolo borgo rurale, due fratelli intraprendenti Angelo e Francesco (vi era anche il fratello Celestino, che però intraprese la carriera ecclesiastica) lasciarono il piccolo paese nativo per scendere a valle e iniziare a coltivare la vite.

Prima di dare la parola direttamente al dott. Cristofori e alla dottoressa Aurora Endrici, vorremmo dare al nostro lettore alcune informazioni per comprendere a fondo il “Carattere” degli Endrizzi. Potremmo riassumere in un noto adagio la caparbietà della Famiglia: “Arrendersi mai!”: proprio il 1885, anno della fondazione dell’azienda, in Trentino si diffonde la malattia della vite nota come peronospora, mettendo a rischio gran parte della produzione vinicola locale. Gli Endrizzi però non demorsero. A breve, però, la prima guerra mondiale sconvolgerà non solo la realtà e l’economia europea ma anche i confini del Trentino. Per l’azienda rotaliana la Grande Guerra portò alla perdita degli acquirenti austriaci e tedeschi, oggi diremmo, dei maggiori partner commerciali. Nemmeno allora, però, gli Endrizzi si arresero alle difficoltà: Romano, figlio di Francesco, subentrò alla guida dell’azienda e cambiò strategia commerciale. Acquisì pubblici esercizi, bar e ristoranti da rifornire con vino proprio, una specie di locali monomarca in embrione. Gli anni seguenti, nonostante la crisi del ’29, furono anni d’oro in cui gli Endrizzi oltre a riconquistare i mercati del nord Europa per l’export, crearono una cantina a Mezzocorona, una in Romagna ed altre importanti società. Inoltre allargarono il patrimonio immobiliare acquisendo tra gli altri, Palazzo Manci nel capoluogo trentino. In Italia, però, stavano per far capolino gli spettri della seconda guerra mondiale con la propria scia di distruzione. Gli Endrizzi subirono nuovamente gravi perdite: le due cantine andarono distrutte, così come Palazzo Manci (oggi Palazzo della Galleria Tirrena), i pubblici esercizi altoatesini furono confiscati e persino Franco Endrizzi figlio di Romano, venne catturato e tenuto prigioniero in India fino al ’46. Tutto sembrava andato perso ma non la voglia di ricominciare dell’erede Endrizzi. Nuovo cambio di strategia commerciale: il vino in bottiglia era troppo costoso per una terra flagellata dalla guerra e allora Franco Endrizzi pensò di ripartire dalla vendita di vino sfuso in cisterne, un precursore del vino alla spina. Nel frattempo ricostruì la Cantina a Mezzocorona e da qui la rinascita.

Ma gli Endrizzi furono anche visionari se pensiamo ad alcune idee che oggi sono diventate realtà: già dal 1895, anno in cui iniziarono i lavori di costruzione della Cantina, la struttura fungeva da Cantina sociale dove venivano spremute non solo le uve dei vigneti di proprietà ma anche quelle di ben 900 vignaioli delle zone limitrofe; Romano Endrizzi fu pioniere nel creare una rete di ristoranti e bar in cui vendere solo il proprio vino; non da ultimo Franco Endrizzi ricostruì la Cantina di Mezzocorona, creando un binario che potesse agevolare i collegamenti e il trasporto. Inoltre già nel ’56, quando ancora non si sapeva cosa significasse l’enoturismo, Franco Endrizzi progettò un prototipo di Strada del Vino con relativo merchandising ma la sua idea vide la luce solo parecchi anni più tardi. Ma anche la quarta generazione Endrizzi (che conosceremo a breve) non è da meno, accogliendo le grandi sfide dell’eco-sostenibilità, della differenziazione territoriale e dell’offerta di prodotti. La svolta eco avviene già nell’87 adottando i seguenti accorgimenti :

  • La potatura corta, controllo ed eventuale riduzione delle foglie fatti a mano per consentire un’ideale ventilazione ed esposizione dell’uva alla luce.
  • Diradamento estivo di una parte dei grappoli, per permettere agli altri di raggiungere gradazioni zuccherine superiori alla media.
  • Utilizzo di ca. 25 nidi per ettaro – e della tecnica biologica denominata “confusione sessuale” per combattere gli insetti dannosi.
  • Rinuncia all’utilizzo di erbicidi e adozione tecnica inerbimento.
  • Vendemmia rigorosamente a mano.
  • Cantina sotterranea per il risparmio energetico derivato dalla caduta gravitazionale e dal mantenimento naturale della temperatura e costruzione di un impianto fotovoltaico.
  • Utilizzo di acqua ozonizzata per la pulizia e impiego dell’azoto in tutti i processi di cantina per proteggere mosti e vini dall’ossidazione.

Ma Endrizzi non è solo Trentino, è anche Toscana: nel 2010 acquisisce la Tenuta Serpaia in provincia di Grosseto e inizia a produrre rossi autoctoni come il Morellino di Scansano. L’azienda trentina inizia, poi, anche ad ampliare la gamma dei propri prodotti, lanciando “Culinaria”, una linea di prelibatezze gastronomiche come la pasta o la senape al teroldego, la mostarda di Masetto Dulcis o i sali aromatizzati. Veniamo ai giorni nostri e alla scoperta dei vini attualmente prodotti dalla storica azienda rotaliana.

Ad aiutarci in questo percorso sarà la dottoressa Aurora Endrici, fra le più importanti conoscitrici e “comunicatrici” del mondo enologico e il dott. Andrea Cristofori, responsabile dell’ufficio stampa. Chiediamo, quindi, a chi è affidata la conduzione della Cantina: “Paolo Endrici, quarta generazione della famiglia, conduce l’Azienda assieme alla moglie Christine, nata a Reutlingen nei pressi di Stoccarda. Grazie alla sua esperienza di architetto arricchitasi in anni di attività̀ a Stoccarda, Monaco e Milano, Christine ha costantemente supportato il marito, collaborando attivamente a concretizzare la missione di crescita qualitativa del vino Endrizzi e della valorizzazione del prezioso ambiente che circonda la Cantina. Nell’anno 2017 sono entrati a far parte attiva dell’azienda i figli Lisa Maria e Daniele, dopo aver maturato entrambi una ricca esperienza di studio e collaborazioni a livello internazionale. Entrambi hanno conseguito importanti lauree del settore: Lisa Maria si è laureata a Bordeaux in marketing internazionale del settore vino, mentre Daniele si è laureato in economia del settore vino a Geisenheim in Germania.” risponde la dott.ssa Aurora.

“Come noto, Endrizzi sposa la mission di Slow Food e racchiude la propria filosofia in tre parole:

BUONO, PULITO E GIUSTO, ci può illustrare meglio questi concetti?

Il vino deve essere buono, deve poter riflettere i caratteri tipici del vitigno e soprattutto della zona di provenienza. In Azienda si pone grande cura affinché le peculiarità e la tipicità di ogni vitigno possano esprimersi al meglio, e grande attenzione nel rendere riconoscibile la specificità del territorio alpino del Trentino settentrionale, in ciascuna delle bottiglie. La bontà nasce da uno stretto lavoro di equipe tra l’Agronomo che segue attentamente i lavori di campagna e gli Enologi Vito Piffer, validissimo responsabile di cantina, che collabora a contatto con Tiziana Piffer e il capo cantina Thomas Battisti. La nostra Endrizzi è tesa a comprendere e valorizzare sempre di più il carattere peculiare delle uve del territorio, grazie anche alla collaborazione con Hartmann Donà, sensibile ed attento Enologo altoatesino, già responsabile della Cantina di Terlano e consulente esterno dalla vendemmia 2008. Dalla vendemmia 2011 lo spumante metodo classico di Endrizzi ha un importante contributo nella collaborazione con Paolo Inama, creatore di alcuni dei più importanti spumanti di Franciacorta e TrentoDOC.

Il vino deve nascere da un ambiente pulito. Paola e Christine e i figli Lisa Maria e Daniele adottano da anni uno stile di vita personale orientato alla salubrità dell’ambiente della casa e dell’alimentazione quotidiana. La stessa sensibilità la riservano ai vini, proponendo sul mercato prodotti il più salubre possibile; per la famiglia Endrici il concetto di salubrità nasce in campagna con un’attenta conduzione “eco-sostenibile” del vigneto, dove da molti anni non viene più praticato alcun diserbo, né vengono utilizzati prodotti antiparassitari, allo scopo di eliminare qualsiasi residuo nell’uva. L’uva viene lavorata nella cantina sotterranea, progettata e realizzata appositamente nel 2003, dove ogni fase di lavorazione avviene con l’impiego dell’azoto per evitare le ossidazioni provocate dal contatto coll’aria e conservare al meglio tutte le componenti aromatiche e varietali dell’uva e consentire un utilizzo di solfiti ridotto al minimo.

Il giusto prezzo deve essere quello di ogni singola bottiglia che si produce, ma anche la giusta remunerazione dei Collaboratori, molti dei quali sono figli di famiglie che hanno lavorato da generazioni al Masetto, e dei Conferenti delle uve “spiegano i dott. Cristofori e la dott.ssa Endrici

“Quali sono le novità di Endrizzi di questo anno?”

Dott. Ssa Aurora Endrici e dott. Cristofori : “Nel 2017 Endrizzi ha messo sul mercato due importanti nuovi vini.: Il Trentodoc riserva Privé e la Cuvèe DALIS.

Il Trentodoc Riserva Privè 2008 rappresenta l’apice aziendale nella gamma dello spumante metodo classico: poche, straordinarie bottiglie destinate a un pubblico evoluto e gourmet.

Poche bottiglie speciali, in tutto 1500, fatte con cura particolare, per anni prodotte come Trento DOC ‘di famiglia’ e destinate a pochi intimi amici. Bottiglie con un timbro particolare, fuori dal coro, quello che caratterizza con la creatività e innovazione enologica di tutti i vini della linea Masetto, nella quale da sempre Endrizzi mette il suo gusto personale.

Nel 2008, visti i risultati eccellenti della vendemmia, Endrizzi ha deciso di estendere la produzione fino a 1.500 bottiglie. Nel 2016, dopo 7 anni di riposo sui lieviti, il “Masetto Privè” ha raggiunto una maturazione ideale.

“Masetto Privè” è il Trentodoc che mancava per completare il concetto della linea “Masetto”, connaturato alla personale interpretazione del territorio e dei suoi vini da parte di Endrizzi. Viste le poche bottiglie prodotte, il Privé resta un prodotto assolutamente esclusivo, distribuito in poche scelte enoteche e ristoranti della penisola.

Il secondo vino, la fresca Cuvèe DALIS, è nato dal progetto fortemente voluto dai figli Lisa Maria e Daniele, per offrire a un pubblico giovane, disimpegnato ma educato al buon bere, un vino bianco di fantasia, da uve tipicamente trentine, molto approcciabile, dal giusto prezzo e con un’immagine di forte impatto grafico. DALIS IGT Dolomiti 2016

Chardonnay, Sauvignon Blanc e Nosiola sono le tre uve intriganti e profumate che compongono il nuovo nato di casa Endrizzi, un vino di alta collina, da uve vendemmiate al momento della loro massima espressione aromatica e vinificate solamente in acciaio. Dalis di Endrizzi è una insolita cuvèe che rispecchia appieno la cifra creativa che contraddistingue da anni la produzione enologica della famiglia Endrici e del loro enologo Vito Piffer.

Il Trentino è patria di vini profumati e freschi e il Masetto Endrizzi possiede un terroir composito e ricco di molti minerali, perfetto per dare vini sapidi, arricchiti dalla brezza del Garda che rinfresca l’aria durante l’estate. Per la famiglia Endrici la qualità del prodotto deve essere una condizione sine qua non, come l’eccellenza delle loro uve coltivate da anni in modo ecosostenibile. Endrizzi è anche attenta al cambiamento nello stile di approccio al prodotto vino da parte dei consumatori, al quale vuole rispondere concretamente. Oggi i consumatori desiderano un vino di qualità certificata, di fascia di prezzo media ma senza troppe complicazioni, da bere qui ed ora, per gioia. DALIS racchiude in sè tutto questo!”

Veniamo ora al vino principe della produzione Endrizzi che racchiude nel suo nome ovvero “Gran Masetto” le radici della famiglia (il podere che i fratelli di Don nel 1894 acquisirono per la loro impresa si chiamava “Masetto”)

“Masetto costituisce la linea di punta dei vini Endrizzi, ambiti vini nati da una precisa aderenza al territorio e al vitigno, frutto di originale e personale interpretazione enologica. Il Teroldego Gran Masetto è la punta di diamante tra i vini rossi della linea” spiegano la dott.ssa Endrici e il dott. Cristofori “Endrizzi vinifica da decenni il Teroldego Rotaliano, straordinaria uva autoctona del Trentino proponendolo ai numerosi appassionati sia nella versione tradizionale fresca e fruttata, quanto nella versione Riserva. Alcuni anni or sono, la bellezza e sanità delle migliori uve raccolte in vendemmia ha suggerito agli enologi di Endrizzi di valorizzarne tutto il potenziale, creando un rosso autoctono importante, vinificato con parziale appassimento dell’uva, così da rafforzare ulteriormente la struttura del vino. La prima annata del Gran Masetto proposta sul mercato da Endrizzi è stata il 2003 (attualmente l’annata in commercio è 2013). Sono numerosissimi i riconoscimenti delle Guide di settore guadagnati da questo importante rosso in Italia e all’estero (una per tutte: nel 2011 il Gran Masetto 2007 venne premiato come migliore vino rosso d’Europa al concorso internazionale Mundus Vini in Germania).

Il Gran Masetto viene da sempre selezionato tra i migliori vini italiani ad accedere al prestigioso Merano Winefestival & Gourmet e scelto anche per la prossima edizione del IWF a novembre 2017.

Un’importante ricorrenza cade proprio quest’anno per il “Gran Masetto”: il decimo anniversario della sua produzione. Sono previsti eventi per festeggiare questo notevole traguardo?

“Il Gran Masetto festeggerà il 10 novembre prossimo i suoi primi dieci anni, con una degustazione verticale delle migliori annate, che si terrà in cantina a San Michele, con i migliori giornalisti italiani ed esteri presenti in regione per l’evento.” conclude la dott.ssa Endrici.

Ringraziamo per la disponibilità e cortesia la dott.ssa Endrici e il dott. Cristofori.

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Nella mia vita si intrecciano passioni e lavoro e tutto ruota attorno al mondo internet, alla tecnologia, alla fotografia, al turismo ed al luogo in cui vivo e lavoro, ovvero la Val di Fassa. Attualmente la mia occupazione è al 100% rivolta al mondo web, insieme alla fotografia. Sono numerosi i miei siti che gestisco sul turismo, sulle foto e sul mio lavoro ed attualmente la mia azienda si chiama FassaCom. FassaFood perché ... amo il buon cibo e visto la mia passione per il web il passo è stato breve a realizzare questo blog che coniuga passione per il cibo, per il web e la per la Val di Fassa.

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